Una salita durissima, spietata se la si affronta senza un adeguata preparazione, sia per la lunghezza che per l'enorme dislivello e pendenza media, che lascia privi di forze, ma che regala durante l'ascesa emozioni incredibili. Affascinanti paesaggi che mozzano il fiato, specialmente dopo Castelmagno, si aprono davanti alle ruote della bicicletta, un ambiente di alta montagna ancora incontaminato e selvaggio, dove regna il silenzio. Sembra di essere da soli, isolati da tutto e da tutti, se stessi la montagna e la grande fatica che si produce.
In occasione della Granfondo Fausto Coppi del 2008 sono andato a provare la salita della Fauniera, (poi non fatta in gara per via dei violenti nubifragi che hanno investito il Piemonte nei giorni precedenti alla manifestazione sportiva)
Avevo già affrontato questa salita altre volte negli anni precedenti, ma anche se conosciuta rimane sempre una salita difficilissima e che una volta terminata regala sempre un emozione diversa, e sempre unica.
La salita al Colle Fauniera inizia a Pradleves, piccolo centro alla fine della Val Grana, ma già salendo per la statale che attraversa la valle la strada tende, anche se impercettibilmente, a salire costantemente. Dopo Pradleves una colonnina del "crono test" (acquistando la tessera nei negozi convenzionati si può cronometrare il tempo di salita e poi ritirare il diploma) segna l'inizio della vera salita che porterà da 822 mt a 2480 mt del Colle della Fauniera o dei Morti.
I primi 7 chilometri di salita non presentano particolari difficoltà. La strada si sviluppa nella profonda vallata scavata dal torrente Grana. Si attraversano tratti incassati tra pareti rocciose e tratti immersi in deliziosi boschi di castagne. Arrivati a Campomolino la pendenza comincia ad aumentare, e da qui in poi la strada si impenna inesorabilmente lasciando ben poche possibilità di recupero. Il tratto chiave di tutta la salita va da Campomolinofino ad arrivare al Santuario di San Magno (località da cui prende il nome il famoso formaggio Castelmagno). La strada sale arrotolandosi su se stessa con numerosi tornanti (che però nn danno molto respiro) e tratti rettilinei durissimi, solo un piccolo tratto pianeggiante consente di tirare il fiato ma e solo un attimo, perche dal km 9 fino ad arrivare al km 12,5 (Santuario) la strada non scende mai sotto una pendenza media del 10% e raggiunge punte proprio in vista del Santuario del 14%. Unica consolazione le numerose fontane e ruscelli presenti sulla carreggiata che consentono soste ristoratrici, specialmente se c'e molto caldo.
Superato il Santuario di San Magno, si percorrono ancora 500 mt duri, e poi superato il Rifugio Tana della Marmotta si può davvero tirare il fiato, 500mt completamente piatti e con una breve disesa danno un pò di relax, ma immediatamente dopo inizia il secondo tratto della salita, i restanti 9 km con una pendenza media del 8.2%. Più facile della prima parte, ma che per me risultano forse essere i più difficili, sia per i precedenti km pedalati a pendenze impegnative e poi per via dell'altitudine che a questo punto e di 1800, e che rende la respirazione difficile.
Se il primo tratto era caratterizzato da una buona vegetazione e da un manto stradale abbastanza ampio, che non dava l'idea di alta montagna, da quì in poi si entra proprio nella montagna vera, panorami affascinanti, la strada che si riduce ad un sottile nastro d'asfalto che sale attraversando pascoli popolati mandrie di mucche, un silenzio suggestivo e irreale rotto solo dal fischio delle marmotte. Si passa la Malga Martini 2142 mt, dove la strada spiana leggermente e si continua a salire fino ad arrivare all'incrocio con il colle d'Esischie 2363 mt(bivio al km. 20,5 con la strada che sale dalla Val Marmora). Gli ultimi 2,5 chilometri che mancano al colle sono davvero impegnativi, il manto stradale è molto rovinato e aggrava ancor più la fatica della pedalata. La cima e lì vicina ma sembra non arrivare mai. Gli ultimi 300mt si pedalano vedendo il grande cippo dedicato a Marco Pantani, e subito dopo è presente la colonnina del Crono Test che segna la fine dalla salita con i suoi 2480 mt di altezza.
Da quà e possibile continuare e scendere attraversando il Vallone dell'Arma verso Demonte, una discesa di 25 km, che regala paesaggi spettacolari ma che fino a San Giacomo di Trinita risulta essere molto tecnica e difficile, con un manto stradale un po rovinato e molto stretto.
La Comunità montana della Val Grana ha introdotto un sistema di cronometraggio elettronico della salita: a Pradleves occorre recarsi presso l'Uffiico Turistico e ritirare la "smart cart" con la quale timbrerà nei due punti di partenza e di arrivo della salita. Ulteriori informazioni presso la Comunità Montana Valle Grana Tel. 0171 619492 oppure consultando il sito internet